Chi ha mai avuto tra le mani un mazzo di tarocchi magari in una serata un po’ magica, con le candele accese e quell’atmosfera sospesa sa che c’è qualcosa di più lì dentro.
Non parlo di “magia” nel senso da film fantasy, eh.
Parlo di quel tipo di simbolismo potente, archetipico, che smuove qualcosa dentro. Che fa eco. Ecco, oggi vorrei provare a raccontarti il viaggio degli Arcani Maggiori proprio così, come se fosse... beh, un viaggio vero.
Perché lo è. Solo che invece di farlo con lo zaino in spalla, lo fai dentro te stesso.
Eh, bella domanda. Il Viaggio dell’Eroe è una roba vecchia come il mondo (o quasi), studiata da mitologi come Joseph Campbell e, guarda caso, ci azzecca parecchio anche con i tarocchi. In soldoni?
È la struttura che sta dietro a un sacco di storie: da Harry Potter a Ulisse, fino a certe nostre giornate che sembrano scritte da uno sceneggiatore ubriaco.
Il protagonista parte, affronta mille sfide, incontra maestri, si perde, si ritrova, cambia. E torna trasformato.
Ora, se prendi gli Arcani Maggiori, quelli dal Matto al Mondo, te ne accorgi: è esattamente quel tipo di cammino. Solo che sei tu l’eroe. Anche se, okay, a volte ti senti più tipo un figurante confuso...
Vediamolo un po’ questo viaggio, senza troppe pretese eh non voglio fare la professoressa. Solo un giro insieme, tipo chiacchierata davanti a un caffè (magari un po’ speziato, va').
Il Matto (0): il punto di partenza (o di ritorno?)
Il Matto è tutto e niente.
È l’inizio, il salto nel vuoto, lo zainetto in spalla e via. Ma è anche il ritorno, il momento in cui non ti importa più di sapere tutto, ma solo di vivere.
Forse è per questo che non ha numero. O forse ce l’ha, ma è lo zero. Tipo “non sei ancora niente, ma puoi diventare tutto”.
Boh, affascinante.
Dal Mago all’Imperatore: i primi passi
Qui si comincia a costruire l’identità. Il Mago ha gli strumenti, la Papessa la conoscenza nascosta.
L’Imperatrice è creatività, l’Imperatore struttura. Insomma, si va dalla possibilità alla forma.
Dai sogni alla realtà, tipo.
È un po’ come quando finisci la scuola e pensi di avere tutto in mano. Ma poi, eh... poi capisci che non basta.
Il Papa e l’Innamorato: scelta e fede
Il Papa è la guida, l’autorità spirituale.
Ma poi arriva l’Innamorato e... bam! Dubbio. Scelta. Tentazione. Chi non c’è passato?
Non si parla solo d’amore, ma di quelle decisioni cruciali che ci spostano da un binario all’altro.
E mica sempre scegli con la testa, eh.
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Ecco, da qui in poi le cose si fanno toste.
Tipo quando il viaggio dell’eroe si fa buio.
Il Carro (VII): la corsa verso qualcosa (ma verso cosa?)
Spinta, conquista, entusiasmo. Ma spesso anche fretta, illusione, confusione. Una corsa, sì, ma non sempre si sa verso dove.
La Giustizia, l’Eremita, la Ruota
Giustizia: sei pronto a guardarti dentro? A capire davvero cosa ti guida?
Eremita: ehi, ti tocca stare un po’ solo. Ma non per forza triste. A volte si cresce nel silenzio.
Ruota della Fortuna: ecco, questa ti mette alla prova. Le cose cambiano, girano. Nulla è fermo.
Una volta, in piena crisi personale, tirai tre carte a caso. Venne fuori proprio questa triade. Giuro. Allora pensai: “Ah. Ok. Mi tocca fermarmi”. E avevo ragione.
Questa parte è... come dire... intensa. Ma anche liberatoria, se riesci a reggerla.
Il Diavolo (XV): ombre e dipendenze
Non parlo solo di vizi, ma di tutto ciò che ci lega, anche invisibilmente. Schemi, paure, dipendenze emotive. Lo riconosci quando ti accorgi che stai vivendo per compiacere, o per paura.
La Torre (XVI): tutto crolla (e meno male)
Non è cattiva la Torre. È che... dovevi lasciar andare certe cose. Forse non hai voluto, e allora è crollato tutto da solo. Ma poi, guarda caso, arriva...
La Stella (XVII): speranza, finalmente
Dopo il caos, un filo di luce. Un desiderio che riappare. Una calma fragile ma vera. Lì si capisce che ogni frattura ha senso, che c’era bisogno di spazio per qualcosa di nuovo.
E si torna al Matto, in un certo senso. Solo che ora sei cambiato.
Hai visto, vissuto, scelto, perso e amato.
Il Mondo è integrazione. Sei tutto, eppure ancora in cammino.
Perché, diciamocelo, non si smette mai davvero. Ma almeno ora hai consapevolezza.
Perché questo viaggio simbolico degli Arcani Maggiori non è solo una figata narrativa. È una mappa. Una guida.
Un modo per guardarsi dentro quando tutto fuori sembra... boh, sballato.
E no, non servono super poteri. Basta ascoltare. Tirare fuori una carta ogni tanto, magari, e chiedersi: “Dove sono io, adesso? Qual è la mia tappa?”.
A volte lo faccio anch’io.
Mi capita di aprire il mazzo nei momenti storti. O anche solo quando sento che qualcosa sta cambiando, ma non so ancora cosa.
E spesso non sempre, eh, non voglio fare la mistica da salotto le carte danno una direzione.
Un riflesso.
Un appiglio.
Se ti affascina la lettura dei tarocchi, se senti che i tarocchi possono darti una mano a mettere ordine nei pensieri ma magari non sai bene da dove partire ti consiglio di leggere questo articolo:
👉 Affidarsi ai tarocchi per chiarezza: guida per iniziare con fiducia
È scritto in modo semplice, ma tocca dei punti importanti. Magari ti ci ritrovi.
Ecco, non so se c’è una vera “conclusione” in tutto questo.
Il Viaggio dell’Eroe negli Arcani Maggiori è, in fondo, il nostro stesso vivere. Un andare e tornare. Una ricerca continua.
Magari oggi sei al Carro, domani all’Appeso, e dopodomani — chissà — al Giudizio. Ma ogni carta che “peschi” (nella vita, mica solo nel mazzo) è un invito a guardare meglio. A sentire.
E anche se tutto sembra caotico… forse, sotto sotto, c’è un filo.
Un filo che unisce i simboli, le tappe, i momenti.
E che, se ti fermi ad ascoltare, ti sussurra:
“Stai tranquilla/o. Sei esattamente dove devi essere.”
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