Quando si parla di Tarocchi, la mente corre subito a immagini di veggenti, tavolini ricoperti da stoffe di velluto e profumo d'incenso nell’aria.
Insomma, un po’ cliché, lo ammetto.
Ma dietro a quel mazzo di carte colorate c’è molto più di quanto si pensi. Non servono poteri magici, né una sfera di cristallo. A volte, basta solo fermarsi.
La meditazione con i Tarocchi è qualcosa che va oltre la lettura classica delle carte. Non si tratta di predire il futuro, né di trovare risposte assolute (anche perché, diciamolo, la vita raramente è bianco o nero).
È piuttosto un modo per ascoltarsi, per perdersi e ritrovarsi dentro le immagini, i simboli, le sensazioni che una carta ti può evocare.
Eh, bella domanda. Potrei dirti: “Perché fa bene, aiuta a conoscersi, a centrarsi”.
E sì, è vero.
Ma la realtà è che ognuno ci arriva per motivi suoi.
C’è chi lo fa per trovare un momento di pace in mezzo al casino quotidiano, chi cerca risposte che non ha il coraggio di chiedere ad alta voce, chi semplicemente è curioso.
Personalmente e qui apro una parentesi ci sono state giornate in cui prendevo in mano una carta giusto per “fare qualcosa”, senza un’intenzione precisa.
E poi bam, quella carta lì, che sembrava buttata a caso, mi colpiva dritta nello stomaco. Succede.
E quando succede, qualcosa dentro si smuove. Magari non capisci subito cosa, ma te ne accorgi.
Ok, passiamo alla parte più “concreta”.
Anche se non è un tutorial vero e proprio (non è questo l’obiettivo), ti do qualche spunto. Senza regole fisse, solo suggerimenti.
Scegli una carta (o fatti scegliere)
Puoi pescare una carta a caso, come si fa a volte a inizio giornata. Oppure puoi sfogliare lentamente il mazzo e fermarti su quella che ti “chiama”.
Non pensare troppo. Fidati del primo impulso. Se una carta ti fa storcere il naso, forse è proprio quella che devi guardare.
Osserva. E basta
Mettila davanti a te. Respira. Guardala.
Osserva i dettagli: i colori, le espressioni, i simboli.
Lascia che ti parli, senza cercare significati. Lascia emergere le emozioni.
Se ti aiuta, chiudi gli occhi e immagina di entrare nella scena. Sei lì? Dove sei? Cosa senti?
Ascolta ciò che succede dentro
Non c’è una risposta giusta. Non c’è nemmeno bisogno di “capire”.
A volte emergono pensieri strani, ricordi lontani, sensazioni corporee. Tutto è valido.
Puoi prendere appunti, oppure no. Puoi restare in silenzio, oppure parlare da solo (succede... e non sei matto).
Hai una domanda che ti tormenta? Scopri cosa rivelano i Tarocchi con una lettura personalizzata via email. Ricevi risposte chiare, dettagliate e scritte appositamente per te, da rileggere ogni volta che vuoi.
Ecco, questa è una cosa in cui credo davvero: i Tarocchi sono come uno specchio. Non ti mostrano altro che te stesso, ma da angolazioni diverse.
Ti fanno vedere cose che magari stavi ignorando, o che non volevi affrontare.
Ci sono carte che portano conforto, altre che fanno male.
La Torre, ad esempio... quella spaventa un sacco di gente. Crolli, rovine, caos. Ma chi ha detto che sia sempre un male?
Forse quel crollo è proprio ciò che serve per ricostruire con fondamenta più solide.
Spoiler: poco o niente.
Un mazzo di tarocchi (quello che ti piace, quello che senti “tuo”)
Un posto tranquillo, anche solo un angolo di stanza
Tempo. Anche solo 10 minuti. Ma senza fretta.
(Facoltativo) un quaderno per scrivere sensazioni, riflessioni, domande
Non servono manuali complicati. Né incensi, cristalli, candele (a meno che non ti piacciano, allora sì, vai pure).
È una pratica che può essere semplice, intima, tua.
Se ti viene voglia di provarci o magari già lo fai ma cerchi nuovi stimoli ecco qualche spunto:
La carta del giorno: pescane una al mattino, portala con te mentalmente. Ritorna a lei durante la giornata.
Una domanda aperta: non tipo “troverò l’amore?”, ma qualcosa tipo “di cosa ho bisogno oggi?” o “cosa sto ignorando?”.
Una carta e una parola: osserva la carta e annota una sola parola che ti viene in mente. Poi riflettici su.
Meditazione guidata: immagina di camminare dentro la scena della carta. Cosa succede? Chi incontri? Dove ti porta?
A proposito, se vuoi approfondire questo aspetto, ho scritto (anzi, forse lo hai già letto?) un articolo su le domande da non fare ai tarocchi.
È utile, secondo me, per capire meglio come porsi davanti a queste carte con rispetto e consapevolezza.
Eh. Succede anche quello.
Non tutte le carte ci parlano subito. A volte ci si sente “bloccati”, o semplicemente non succede nulla di eclatante.
Nessun problema. Non stai sbagliando niente.
Come con ogni pratica interiore, ci sono giorni in cui tutto scorre e altri in cui... meh. L’importante è non forzare. Lasciala lì, quella carta.
Magari il messaggio arriva più tardi. Magari era solo il seme, e tu lo stai ancora annaffiando senza saperlo.
I Tarocchi non sono magici. Ma possono avere un potere immenso, se usati con sincerità.
Non cercare risposte immediate. Cerca spazi. Domande. Movimenti interiori.
Non serve “sapere leggere” le carte. Serve ascoltarle.
Più le usi con onestà, più diventano tue complici.
E se una carta ti mette a disagio... forse è proprio lì che devi guardare.
Meditare con i Tarocchi è come parlare con una parte di sé che di solito non ha voce. Una parte che sa, ma non spiega.
Che mostra, ma non impone.
Ed è proprio per questo che per me almeno vale la pena provarci.
Anche solo una volta.
Poi, oh, magari non fa per te.
Ma magari sì.
E se ti va di condividere la tua esperienza... beh, scrivimi. Mi farebbe piacere sapere come va il tuo viaggio.
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